Circa quaranta minuti che hanno rivoluzionato il modo di raccontare l'infanzia. Nel 1933 Jean Vigo malato e con pochissimi mezzi, gira un film sulla ribellione di quattro ragazzi in un collegio francese. Le autorità lo censurano immediatamente, ma quel piccolo capolavoro anarchico comincia a circolare clandestinamente e finisce per influenzare profondamente il cinema che verrà. Da Truffaut a De Sica da "I quattrocento colpi" a "Sciuscià" scopriamo come questo cortometraggio vietato abbia insegnato a intere generazioni di registi che si può stare dalla parte degli ultimi, che la poesia può convivere con la rivolta, che il cinema esiste per mostrare il mondo da un punto di vista diverso. Un atto di resistenza cinematografica che continua a parlare a distanza di novant'anni.
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